Il cibo italiano del futuro è più Dop, sostenibile e innovativo

Prodotti certificati Dop e Igp, sostenibili e innovativi, meglio se acquistati online, ma da piccoli gruppi di produttori locali, per mantenere il legame con il territorio. È questo il futuro del cibo italiano, come conferma una ricerca condotta da AstraRicerche: sostenibilità ambientale e sociale è il trend in ascesa per oltre 3 intervistati su 4, che si dichiarano disposti a spendere di più per un prodotto con garanzie di sostenibilità certificate da enti autorevoli.  Per i prossimi cinque anni gli italiani infatti si ripropongono di incrementare il consumo di verdura (54%), di frutta (51,5%) e di prodotti 100% italiani, e con marchi Doc, Dop e Igp.

Italiani aperti alle novità, ma legati alle tradizioni

Per la maggior parte degli italiani il cibo rappresenta un’esperienza di piacere e soddisfazione (48,4%), e solo una parte minoritaria mangia principalmente per la necessità di nutrirsi e per dare un contributo alla salute (26,3%). Nonostante sia forte la convinzione che anche nel futuro il cibo ideale da trovare in tavola sia quello legato alle tradizioni culinarie del nostro Paese (47,2%, con percentuali più alte tra gli over 45), una buona fetta si mostra aperta alle novità: il 23,3% punta su cibi innovativi, fatti con ingredienti nuovi o poco utilizzati in Italia. Più aperti i giovani tra i 18 e i 24 anni, tra i quali la percentuale sale al 32%.

Il cibo delle nuove generazioni sarà diverso

“I dati mostrano che nel nostro Paese, in particolare i più giovani, pur se fortemente legati alla tradizione, non disdegnano novità e si dimostrano attenti alla sostenibilità ambientale e sociale – commenta il presidente della Camera di Commercio di Bari, Alessandro Ambrosi -. Un’indicazione importante per le scelte future delle nostre aziende del settore”.
In particolare, il 28,8% dei nostri connazionali mostra interesse per prodotti che contengono cannabidiolo (il 43% dei 18-24enni) e il 18,2% si dichiara interessato a provare prodotti in cui la carne sia sostituita, in tutto o in parte, dagli insetti, magari nella forma di farina (la percentuale sale al 25% tra i 18-24enni). Insomma, il cibo delle nuove generazioni sarà diverso da quello delle generazioni precedenti.

Anche l’e-commerce potrebbe cambiare nei prossimi anni

Quanto all’e-commerce per prodotti alimentari, sul podio delle preferenze al primo posto gli italiani mettono i gruppi di produttori locali, che si riuniscono e fanno consegne di quello che producono (37.0%). Al secondo la spesa online con una catena di supermercati (25.2%) e al terzo l’e-commerce generalista, con siti come Amazon e altri, non solo quindi di cibo (20.7%). Quest’ultimo è però al primo posto per i 18-24enni (30%). Quindi anche l’e-commerce, riporta Askanews, così come lo conosciamo oggi potrebbe cambiare nei prossimi anni.