Internet, la viralizzazione dei messaggi funziona come un’epidemia

Arriva una scoperta che probabilmente consentirà di gestire meglio, o quantomeno in maniera più mirata, le attività sul web, specie quelle connesse alla viralizzazione di messaggio o contenuti vari. L’annuncio, recente, rivela che la diffusione delle informazioni virali – sui social e in generale sulla rete – hanno all’incirca le stesse dinamiche delle malattie virali. La teoria è stata dimostrata da alcuni ricercatori dell’Università delle Isole Baleari, che hanno pubblicato i loro studi sull’European Physical Journal. Attraverso questo processo, esattamente come avviene nelle epidemie contagiose, le informazioni iniziano a diffondersi partendo da singoli individui. E questo è il motivo secondo cui, per i ricercatori spagnoli, per identificare gli influencer di successo sulla rete e i social network, si possono usare i modelli matematici con cui si analizza la diffusione dei virus in un’epidemia.

Come calcolare l’impatto dell’epidemia

La prospettiva per calcolare le dinamiche di diffusione cambia radicalmente, quindi. Fino ad ora, infatti, gli studi cercavano di classificare l’impatto di ogni influencer; tuttavia i risultati non soddisfacevano a pieno le aspettative. Questo perché i dati non prendevano in considerazione le dinamiche di diffusione. Per la prima volta, invece, il gruppo spagnolo guidato da Byungjoon Min è riuscito invece a trovare gli influencer o ‘diffusori’ di virus più importanti spiegando, in una rete dalla struttura ramificata, in che modo è possibile calcolare la dimensione probabile di un’epidemia partendo da un singolo diffusore.

I calcoli con il modello Sir

La chiave di volta è stato approcciare il problema dalla prospettiva della trasmissione del messaggio e affidarsi al modello Sir (che sta per Suscettibili, infetti e rimossi), un modello che viene utilizzato proprio per spiegare la crescita e decrescita del numero di persone colpite dal virus durante un’epidemia. Attraverso questo metodo, gli studiosi hanno ottenuto una mappa precisa di come viene trasmesso il singolo messaggio tra i membri della rete, scoprendo che la probabilità che scoppi un’epidemia è strettamente legata al punto di partenza in cui si trova il ‘diffusore’, o influencer.

Quando scatta l’epidemia, l’influencer non “conta” più

Un ulteriore aspetto emerso da questo modello di ricerca è che, quando la comunicazione virale parte, l’influencer non ha più alcun impatto nel controllare le dimensioni che l’epidemia potrà assumere. Le applicazioni di questa teoria, che può essere usata anche su reti più ramificate, sono potenzialmente numerosissime: vanno dal marketing virale a strategie efficienti di immunizzazione, oltre all’identificazione degli influencer più efficaci e capaci.