L’importanza di bere acqua per un sonno più sano

Tutti sanno che una dormita prolungata, serena e rilassante, aiuta ad affrontare meglio la giornata, e migliora la qualità della vita. Il sonno infatti è indispensabile per la sopravvivenza dell’organismo e per l’equilibrio psico-fisico. E l’idratazione permette di ridurre i livelli di ansia e stress, mitigando i disturbi del sonno, e contribuendo a garantire un riposo ristoratore. Al contrario, notti insonni possono portare alla disidratazione, come dimostra lo studio Short sleep duration is associated with inadequate hydration, condotto su circa 20.000 giovani adulti in buona salute e pubblicato sulla rivista Sleep. Le persone che durante il test dormivano solo sei ore per notte hanno infatti presentato un tasso significativamente più alto di disidratazione rispetto a coloro che ne dormivano otto.

La disidratazione anticipa il risveglio

Dall’analisi delle loro urine, è emerso che i valori elevati di densità urinaria (maggiori di 1.020 g/ml) e di contenuto salino (maggiore di 831mOsm/kg) provano una scarsa idratazione, e portano a una conseguente riduzione della durata del sonno di circa due ore. La causa di questa reazione è la modifica nel rilascio dell’ormone antidiuretico, cioè la vasopressina, che interferisce nel ritmo circadiano (cioè il nostro orologio biologico nell’arco di 24 ore) e nel risveglio. Quando siamo disidratati, il nostro organismo cerca di difendersi producendo vasopressina per non perdere liquidi, influendo però sul risveglio anticipato. Ne consegue che chi beve troppo poco ha una scarsa qualità del sonno.

Il ritmo circadiano gestisce la quantità di liquidi presenti nel corpo

“Quando dormiamo il corpo attraversa molteplici e complessi processi per ristorare la salute generale dell’organismo – spiega il professor Umberto Solimene, Presidente FEMTEC, Direttore Centro Referenza Medicina Integrata dell’Organizzazione Mondiale della Sanità presso l’Università di Milano ed esperto dell’Osservatorio Sanpellegrino -. Dormendo la quantità raccomandata di ore, che varia da persona a persona e in base all’età, permettiamo a questi processi di svolgersi al meglio e al ritmo circadiano di gestire la quantità di liquidi presenti nel corpo”.

Un riposo interrotto si ripercuote sui livelli di attenzione e sull’umore 

La disidratazione può causare anche stanchezza e affaticamento, che si manifestano con sintomi come mal di testa e crampi muscolari, rendendo più difficile addormentarsi e impattando negativamente sulla qualità del sonno. Un riposo interrotto e frammentario dovuto alla disidratazione può avere ripercussioni anche sui livelli di attenzione e concentrazione e sull’umore durante il giorno successivo.
“Una buona abitudine, pertanto, può essere quella di mantenersi correttamente idratati durante tutto l’arco della giornata, bevendo acque minerali ad alto contenuto di oligoelementi, che aiutano il regolare ciclo veglia-sonno – prosegue il professor Solimene – per evitare di incorrere nella disidratazione notturna che impatta negativamente sulle fasi del nostro riposo”.