Aziende socialmente responsabili, le più richieste dai lavoratori italiani

La maggior parte dei lavoratori italiani vorrebbe lavorare in un’impresa socialmente responsabile. L’ultima edizione del Randstad Workmonitor, un’indagine trimestrale sul mondo del lavoro condotta in 34 Paesi del mondo, rivela una diffusa attenzione degli italiani all’inclusione e al volontariato, oltre che alle politiche sociali delle imprese in cui lavorano o vorrebbero lavorare.

Secondo Randstad, l’operatore mondiale nei servizi per le risorse umane, l’87% dei lavoratori italiani dichiara che vorrebbe lavorare soltanto in un’azienda con un solido programma di responsabilità sociale. E in questo siamo primi in Europa e diversi punti sopra ai principali paesi del continente, come Germania (75%), Francia (78%), Regno Unito (79%) e Spagna (77%).

Solo un’impresa su due valorizza l’inclusione e la diversity

Quasi sei intervistati su dieci (57%) ritengono importante che l’impresa per la quale si stanno candidando partecipi a iniziative filantropiche. Lo stesso interesse, riporta Adnkronos, non è però altrettanto diffuso fra i datori di lavoro. Soltanto un’impresa su due, infatti, valorizza l’inclusione e la diversity. “Dalla ricerca emerge un forte divario di attenzione e sensibilità all’inclusione fra i lavoratori, che addirittura la pongono come prerequisito per la scelta di un datore di lavoro, e le imprese, che soltanto nel 50% dei casi hanno una politica che valorizza diversity e inclusione”, commenta Marco Ceresa, amministratore delegato Randstad Italia.

Il 29% delle imprese sostiene i dipendenti nell’attività di volontariato

Se per quanto riguarda le imprese oltre metà sostiene attivamente almeno una buona causa (56%, in linea con la media globale, e +4% rispetto alla media europea), il 75% dei dipendenti dichiara che si dedicherebbe al volontariato se il proprio datore di lavoro concedesse permessi retribuiti (+2% rispetto alla media globale e +5% sulla media del continente). Ma l’imprenditoria non sembra ancora pronta a rispondere efficacemente a questa spinta da parte della forza lavoro. Soltanto il 29% delle imprese italiane incoraggia i propri dipendenti a dedicarsi al lavoro sociale non retribuito al di fuori dell’orario d’ufficio.

Numeri ancora distanti dal modello di riferimento: la Danimarca

A sorpresa, sono i lavoratori più anziani il segmento che si sente più stimolato in questa direzione (38%), mentre la percentuale scende vistosamente fra i giovani (24%). Numeri non del tutto disprezzabili, ma ancora distanti dal modello di riferimento più positivo, rappresentato dalla Danimarca. Nel paese scandinavo il 43% degli intervistati svolge attività di volontariato al di fuori dell’orario lavorativo, il 70% delle aziende sostiene una buona causa, il 48% offre permessi retribuiti ai lavoratori per attività di volontariato scelte dai dipendenti, e il 43% li offre per attività scelte dall’azienda stessa.