Paura o speranza? La visione del futuro al tempo del Covid-19

Come sarà il mondo dopo il Covid 19? E come vediamo il nostro futuro mentre siamo in quarantena, con il fiato sospeso per le notizie? Un gruppo di lavoro, Future of Italy, tra il 25 febbraio e il 25 marzo ha elaborato 55.931.983 conversazioni tra post, commenti, tweet, video sui social per descrivere come siamo, come ci sentiamo e cosa dovremo fare dopo l’emergenza. L’analisi delle conversazioni ha evidenziato quattro differenti stati d’animo, paura, confusione, critica delle decisioni e dei risultati, e speranza nel futuro. E se la paura ha dominato la prima fase delle misure di contenimento ha lasciato velocemente il passo alla speranza e alla confusione verso le misure adottate.

Gli spaventati

Gli “spaventati” temono il futuro e la condizione presente, raccontano sui social il loro disagio e la loro incapacità di prendere decisioni, riporta Ansa. Dall’analisi delle conversazioni in Italia emerge che la paura del Coronavirus non è principalmente sanitaria, ma nella maggioranza delle persone è un timore per la sicurezza personale, soprattutto economica. Gli italiani temono per il lavoro, l’economia, la scuola. Temono il panico e le azioni irresponsabili di altri cittadini. E coltivano il dubbio che non riusciremo a riprenderci, che le persone al comando non siano adeguate e che l’economia non riuscirà a ripartire.

I confusi

Si trovano nell’impossibilità di prendere decisioni informate perché non sono in grado di trovare informazioni univoche e rilevanti. L’analisi delle conversazioni fa emergere una confusione legata sia alla analisi del passato, costruendo dietrologie su cosa sarebbe stato meglio fare, sia al futuro, domandandosi se le misure prese in Italia siano corrette e sufficienti e se non sarebbe stato meglio seguire esempi di altri Paesi. Emerge però anche una confusione reale di interpretazione delle norme e comprensione dei limiti di mobilità, ancora considerati troppo imprecisi. E c’è anche la confusione di non capire in che modo e con che tempi guardare in avanti per costruire piani a medio-lungo termine.

I critici e gli speranzosi

I critici sono alla ricerca di un colpevole e si muovono nella dinamica di attacco a qualunque proposizione e iniziativa. Nelle conversazioni sui social la critica non risparmia quanto è stato fatto e quanto dovrà essere fatto per arginare l’epidemia. Il nemico cercato è multiforme, e ritrova la sua formulazione nelle dinamiche più comuni, il diverso, l’avversario, il Governo e “gli altri”.

Gli speranzosi invece raccontano i piccoli successi e si muovono verso la creazione di una visione positiva del futuro, in modo attivo e determinato.

Nelle conversazioni la speranza trova un primo, forte, appiglio nell’essere italiani, un’appartenenza vissuta come sinonimo di coraggio. Il senso di orgoglio è confermato e alimentato dalle storie e dalle testimonianze degli operatori sanitari in prima linea nella lotta all’epidemia. L’efficienza, unita ai sacrifici riconosciuti al personale del Ssn risulta determinante nel convincere gli utenti a rispettare la quarantena al fine di non vanificare tali sforzi.